Sono Luis Fusaro

Luis Fusaro

nato 47 anni fa e la mia vita è stata definita da un momento che molti considererebbero una tragedia, ma che io vedo come l’inizio del mio viaggio straordinario. A quattro anni, un gioco tra bambini ha preso una svolta inaspettata quando un amico, credendo di tenere in mano un giocattolo, ha sparato, colpendomi alla testa con una pallottola che ancora oggi riposa nel mio cervello.

Questo evento non solo mi ha privato dell’uso di un braccio e ha limitato i movimenti della mia gamba sinistra, ma ha anche segnato il preludio a una vita di sfide, superazioni e, soprattutto, di innumerevoli conquiste.

Ogni giorno da quel momento, è stata una dimostrazione che l’impossibile, in realtà, non esiste. Nonostante l’emarginazione e la cattiveria incontrate lungo il cammino, ho scelto di trasformare ogni ostacolo in una lezione di forza, determinazione e coraggio. La mia vita è un mosaico di esperienze che mi hanno forgiato e preparato a intraprendere una missione: aiutare gli “Esseri Umani Interabili” a riscoprire e valorizzare le proprie abilità uniche.

La fondazione InterAbili

è stata per me un passo naturale in questo percorso. Oltre alla mia attività con la Fondazione, la mia vita personale è stata arricchita dall’incontro con mia moglie Anita, un’anima coraggiosa che ha affrontato le proprie sfide segnate dall’esperienza delle radiazioni di Chernobyl. Il nostro amore è un testimone della forza che deriva dal riconoscersi e supportarsi a vicenda, superando insieme ogni avversità.

Luis Fusaro e Anita

Guardando al futuro, sogno di realizzare l’Istituto Internazionale Interabili, un luogo dedicato allo studio e all’applicazione delle infinite possibilità dell’essere umano interabile. Questo sogno nasce dalla convinzione che, dentro ognuno di noi, risiedono doni e potenzialità in attesa di essere scoperti e condivisi.

La mia storia

che ho raccontato nel mio libro “Luigino ti sparo”, non è solo la narrazione della mia vita, ma un invito a ciascuno a riscoprire la propria storia, a confrontarsi con i propri traumi e a trasformarli in trampolini di lancio verso una vita piena e gratificante.

In definitiva, Luis Fusaro sono io: un uomo che vive con una pallottola nel cervello, un simbolo di sopravvivenza e rinascita, un promotore dell’interabilità e un testimone della resilienza umana. La mia vita è la prova vivente che, nonostante le sfide, possiamo tutti diventare architetti del nostro destino, costruendo un futuro in cui l’interabilità sia celebrata come la più grande delle nostre forze comuni.